Civita di Bagnoregio, la città che muore

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Viaggiando nella Tuscia

Con oltre 700mila persone ogni anno che scelgono di visitarlo, il piccolo borgo di Civita di Bagnoregio rappresenta uno dei siti italiani più gettonati, una vera e proprio icona italiana nel mondo intero.

A rendere così celebre questo sito è in primis la sua ubicazione: poche case che si stagliano su un grande sperone di roccia circondato dal vuoto e collegato alla “terraferma” da un piccolo ma solido ponte. Quel che c’è intorno non è però dell’acqua, ma una valle, la cosiddetta Valle dei Calanchi, meraviglia naturalistica che a sua volta rende il panorama di Civita di Bagnoregio ancora più mozzafiato.

C’è chi dice che il piccolo borgo sembri quasi un’isola nel cielo e pare proprio che questo luogo abbia ispirato il celebre regista di anime Hayao Miyazaki quando realizzò il film animato “Laputa – Il castello nel cielo”. Non è un caso, infatti, che siano moltissime le persone che dall’estremo Oriente decidano di recarsi in Italia in primis per visitare Civita di Bagnoregio. Osservando la locandina del film e paragonandola a una foto della “Città che muore” non vi è spazio a dubbio alcuno, anche se lo stesso Miyazaki non abbia mai confermato, o smentito, questa simpatica leggenda metropolita.

Lassù, da quella piccola ma grande collina su cui si erge Civita di Bagnoregio, è possibile ammirare tutta l’area circostante da una posizione dominante. Tra i Calanchi, luogo magnifico per chi ama fare trekking, osserviamo i torrenti Torbido e Chiaro, le foreste che circondano la zona e tanti paesi della Tuscia che faccio capolino con tutto il loro fascino.

Una volta attraversato il lungo ponte, dal quale vi si accede da uno splendido belvedere, il borgo riesce subito a catturarci con la sua grande presenza. Passeggiare tra i vicoli di Civita di Bagnoregio è per molti un’esperienza unica, quasi come quella di salire su una macchina del tempo per raggiungere un tempo remoto e dimenticato. Dalla piazza centrale, ancora oggi priva di pavimentazione per rispecchiare la sua vera natura, possiamo raggiungere il dedalo di vicoli che la circonda, ognuno di essi arricchito da piante, giardini ed edifici perfettamente conservati, ma non mancano di certo ristoranti, bar, B&B e negozi di souvenir.

Dormire almeno una notte a Civita di Bagnoregio è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita. È questo quello che affermano gli stessi turisti che decidono di soggiornare all’interno del borgo più famoso del mondo. Svegliarsi la mattina, possibilmente all’alba, permette infatti di assaporare un paesaggio straordinario, del quale è impossibile non innamorarsi.

La storia di Bagnoregio

La storia di Bagnoregio e della sua Civita affonda le proprie radici in un lontanissimo passato. Tante sono stati i popoli ad aver dominato l’area, fin dai tempi degli antichi Romani. Il nome originario, Balneum Regis pare si riferisca proprio alle località termali della zona nelle quali Desiderio, re dei Longobardi, pare amasse trovare ristoro.

La sua origine viene fatta risalire addirittura agli Etruschi, circa 2500 anni fa. A testimonianza della presenza di questo antico popolo vi è la grotta di San Bonaventura. Si tratta di una tomba a camera etrusca dove, così si dice, che San Francesco guarì il piccolo Giovanni Fidanza che successivamente fu conosciuto come San Bonaventura.

Oltre alla grotta vi è però un altro curioso luogo legato al popolo etrusco. Si tratta di un tunnel molto profondo, situato ai piedi della collina dove sorge il borgo, che sbuca nella Valle dei Calanchi. Proprio per questo è chiamato “Bucaione”.

La vera storia di Civita di Bagnoregio, tuttavia, inizia molto più tardi, nel 1695. È il 10 giugno di quest’anno che un terribile terremoto colpì Bagnorea, l’attuale Civita, separandola per sempre dal resto del mondo. Il resto del paese rimasto attaccato alla “terraferma” diverrà poco a poco sempre più grande grazie a un forte flusso di immigrati provenienti dalle aree circostanti. Oggi, quella che una volta era la piccola contrada di “Rota” è infatti l’attuale Bagnoregio.

Non tutti sanno che la piccola Civita di Bagnoregio fu teatro di un episodio legato anche all’unità d’Italia. Nel 1867, infatti, mentre si svolgeva la campagna dell’Agro Romano per liberare Roma dal giogo della Chiesa, un piccolo gruppo di garibaldini si rifugio nel borgo. Tra loro vi erano Giacomo Galliano e Girolamo Corsieri, originari dei paesi circostanti. Fu proprio Civita di Bagnoregio a permettergli di aver salva la vita, offrendogli riparo e nascondendoli dalle milizie pontificie che li stavano braccando. Il 5 ottobre di quell’anno, tuttavia, le truppe del papa riuscirono a trovare i garibaldini e lo scontrò culminò con quella che oggi è conosciuta come “Battaglia di Bagnoregio”. Ad avere la meglio furono le truppe pontificie, meglio armate e in numero decisamente maggiore, ma ancora oggi quegli eroi sono ricordati a Bagnoregio con un monumento chiamato Piramide, un sacrario garibaldino edificato a memoria imperitura di quello scontro.

San Bonaventura

A rendere celebre Bagnoregio e la sua Civita di Bagnoregio vi anche un altro fatto molto interessante. È proprio tra i confini di Civita che intorno al 1221 nacque San Bonaventura, al secolo Giovanni Fidanza. Oggi la vita del santo è ben conosciuta in particolare in Francia, a Parigi, dove Bonaventura studiò presso la facoltà di arti e poi intraprese la strada della teologia. Nel tempo si avvicinò ai Francescani, divenendo uno tra i principali biografi dello stesso San Francesco.

Oggi, presso la cattedrale di San Nicola a Bagnoregio è conservata ancora la reliquia del suo braccio destro, unica parte di Bonaventura che venne estratto a Lione il 14 maggio del 1490, oltre duecento anni dopo la sua morte. A oggi, la reliquia è una delle poche ancora esistenti del santo, poiché il resto del suo corpo venne perduto al seguito di una profanazione avvenuta a Lione nel 1562.

Ogni anno, nel mese di luglio, Bagnoregio festeggia il suo santo patrono con vari eventi distribuiti su più giorni. Il culmine di questi è la suggestiva processione notturna dove la reliquia di San Bonaventura, il Santo Braccio, è trasportata tra le vie del paese. La festa patronale è però anche momento di risa e partecipazione e annualmente, in questi giorni di festa, si tengono appuntamenti con attori, cantanti e comici che salgono sul palco per divertire e intrattenere i tanti presenti.

Civita di Bagnoregio oggi

Oggi, la Città che muore è in realtà più viva che mai. Le centinaia di migliaia di turisti che annualmente la visitano hanno permesso al borgo di risorgere e dare vita a un processo di recupero magistrale e di ambire all’inserimento nel Patrimonio Unesco.

A renderla celebre sono stati anche gli sforzi di numerosi registi che negli anni hanno scelto di girare proprio a Civita di Bagnoregio alcuni celebri film. Tra questi non possiamo dimenticare “I due colonnelli” del 1962 con Totò, ma anche “Contestazione generale” del 1971 con Alberto Sordi. Anche oggi, Civita di Bagnoregio riesce a conquistare il mondo cinematografico. Lo dimostrano le varie scene del film “Questione di karma” del 2017 con Fabio De Luigi, girate proprio nel borgo e anche l’introduzione della soap brasiliana Terra Nostra del 2002.

Oggi Civita di Bagnoregio è celebre anche per ospitare l’evento Civita Cinema. Un appuntamento dedicato al cinema che si tiene annualmente in estate nella piazza centrale del borgo e che non manca mai di attrarre tantissime persone. Nelle serate in cui si svolge Civita Cinema è possibile guardare film in quella cornice unica rappresentata da Civita di Bagnoregio, proprio al di sotto delle stelle. Tra un film e l’altro, anche grandissimi ospiti tra attori e registi che mai rifiutano di presentarsi in quel magnifico palcoscenico che rappresenta l’antico borgo della Tuscia.

A rendere più vivo che mai il borgo sono però gli stessi abitanti e le amministrazioni comunali di Bagnoregio. Ne è esempio massimo il presepe vivente di Civita di Bagnoregio. Un evento eccezionale, ripetuto di anno in anno, che non manca di attrarre migliaia di visitatori che voglio vedere il paesino trasformato in grandissimo presepe in carne e ossa con tantissimi figuranti in ogni via. Si tratta di una trasformazione unica che riscalda e illumina Civita di Bagnoregio di una luce rara ed estremamente preziosa e che la rende una riproduzione perfetta della Betlemme di 2000 anni fa.

La notorietà di Civita di Bagnoregio è divenuta grande anche grazie alla trasformazione di questo luogo in una vera e propria icona italiana. Sono sempre di più, infatti, le televisioni che da oltre confine, soprattutto dagli Stati Uniti, che giungono in città per catturare i suoi scorci e il suo landscape unico al mondo, oggi protagonista di sempre più documentari e di servizi giornalistici specializzati sulle riviste più famose al mondo.

Visitare la Tuscia senza visitare Civita di Bagnoregio è quindi un vero e proprio peccato mortale. Le sue mille offerte turistiche, che spaziano non solo dal borgo, ma anche dalle tantissime attività sportive presenti nei dintorni, così come la grande arte culinaria dei molti ristoranti del luogo, possono soddisfare chiunque, rendendo il soggiorno ancora più memorabile.

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Bagnoregio, Città che muore, San Bonaventura, Santo Braccio

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